Cantsiléna
I Cantsilèna rappresentano un esempio decisamente interessante di nuovo folk. Propongono brani originali e rivisitano repertori in genere poco frequentati. Gli strumenti utilizzati attingono alle tradizioni popolari più diverse: oud, bodhran, robab afgano, marranzano, calimbe, campane tibetane, daf, bendir, lira cretese... amalgamati in un suono denso, dalle timbriche brillanti, piegate all'espressività delle voci.
Sono giovani i tre musicisti del gruppo, ma sembra abbiano già le idee chiare: immaginano una musica senza confini geografici, che spazia dalla filastrocca infantile al saltarello, con testi in dialetto veneziano e campano; alcuni tratti dal repertorio tradizionale, altri basati su poesie originali di Paolo Murittu, polistrumentista del gruppo. E poi brani strumentali, arrangiati con indubbio gusto e grande equilibrio.
L'essenza della poetica dei Cantsilèna? Su un tappeto minimale di effetti, sulla timbrica suggestiva della tampura, le voci si adagiano disegnando un'invocazione che è canto contadino, amore per la terra, compenetrazione, attesa, ninna nanna, offerta, fiducia.
Buon auspicio.
I Cantsilèna sono:
Alberto Ferraro (voce, corde), Peppe Frana (corde, percussioni) e Paolo Rossetti (percussioni, voce)